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LA PAPAIA: SALUTE DAI TROPICI

di Stefania Gugi

La Papaia, frutto dalla polpa calda e intensa come il sole dei tropici, forse originaria della Malesia, fu introdotta più tardi in America Latina, in Asia e in Africa. L’albero dei meloni o Carica Papaya, cresce ottimamente in terreni fertili in habitat tropicale. La pianta erbacea e poliennale vive circa cinque anni, di aspetto simile ad una palma, può raggiungere i sette metri di altezza.

Negli esemplari femminili alla base delle foglie si trovano i fiori che originano i frutti giallo-verde con un pericarpo ricco di succo lattiginoso con all’interno una polpa arancione. Molto simile ad un melone, la Papaia è un frutto molto ricco di vitamine A,C e P, di enzimi proteinici dei quali il più importante è la papaina simile alla bromelina dell’ ananas.

La papaina fermentata è da tempo studiata da vari ricercatori, tra cui il virologo Luc Montagnier che l’ha sperimentata in malattie degenerative del sistema nervoso come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, nei casi di invecchiamento precoce e persino in casi di Sars e di Aids. L’azione potente della papaia fermentata contro i radicali liberi e l’ossidazione cerebrale giustificherebbe il miglioramento delle malattie degenerative del sistema nervoso.

I radicali liberi

Invecchiamento precoce e numerose malattie sono favorite dalla presenza eccessiva, nel nostro organismo, dei cosiddetti radicali liberi, piccole molecole da tempo allo studio da parte di medici e biologi per capire meglio la loro interazione con il metabolismo umano. I radicali liberi sono sostanze chimicamente instabili ed estremamente reattive dal momento che hanno un elettrone in meno e si possono combinare con altre molecole provocando reazioni a catena, soprattutto a danno delle membrane cellulari.

In realtà non è la sola presenza dei radicali liberi a essere pericolosa, ma la loro concentrazione. Quando lo stress ossidativo, cioè l’eccesso di radicali liberi, supera le difese naturali possono verificarsi danni irreparabili. La difesa delle membrane cellulari è una sicura prevenzione nei confronti di numerose malattie soprattutto dovute all’età.

Lo scienziato francese Luc Montagnier ne era talmente convinto che nel 2002 consegnò il preparato a Papa Karol Woytjla. Pochi mesi dopo, il virologo accreditò il miglioramento della salute del Papa al suo rimedio a base di papaina.

Luc Montagnier

Il tempo sembra dare meno certezze sulla reale efficacia dell’ Fpp ( Fermented Papaya Preparation ); i suoi incontrastati risultati restano controversi. Certo è che il frutto della famiglia delle Caricacee ha proprietà benefiche su diversi organi tanto da essere considerato da secoli una panacea in tutti i paesi tropicali.

Fin dall’epoca delle scoperte geografiche sono note le proprietà nutritive della papaia: contiene vitamine, fibre, pochi grassi ( 0,3% ) e  basso apporto calorico ( 79 KC/100 g. ) Tra le proprietà quella diuretica ( 88% di acqua) , lassativa dovuta all’assunzione della polpa e soprattutto all’effetto trainante dei suoi numerosissimi semi: piccoli, scuri e ricoperti di mucillagine. I semi sono vietati alle donne in stato di gravidanza poiché sembra abbiano potere abortivo: il loro estratto viene usato da secoli a questo scopo dalle donne di tutto il sud-est asiatico.

Spiccate proprietà antinfiammatorie

In molti paesi la papaia è usata, per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie, per contrastare infiammazioni intestali e dissenteria.
E’ considerato uno dei migliori rimedi naturali per i disturbi dello stomaco in generale, gastrite ed ulcera. La papaina facilita la digestione delle proteine ed è anche impiegata per rendere più tenere le carni. In occasioni di viaggi in paese tropicali, contenendo i disturbi allo stomaco, nei soggetti meno robusti, migliora l’adattamento ai cambi di fuso orario nonché l’assorbimento dei farmaci a livello gastrico.

Le proprietà antinfiammatorie del frutto lo rendono utile per uso dermatologico: in Australia, da decenni, è in vendita un farmaco a base di polpa di papaia per le piccole bruciature, per gli eritemi e per gli arrossamenti provocati dall’esposizione al sole.

Nei paesi dell’Asia meridionale il lattice di papaia è usato per la cura di verruche ed eczemi. In Africa le ustioni infette, in assenza di medicinali specifici, vengono curate con  cataplasmi di polpa schiacciata. In proposito l’efficacia del frutto nei confronti della necrosi dei tessuti è documentata dal Royal Victoria Hospital di Banjul in Gambia.

Azione antiedemigena e antinfiammatoria

L’azione antiedemigena e antinfiammatoria della papaina insieme ad altri enzimi proteolitici sembra essere un valido aiuto negli edemi sia post-traumatici che di origine infiammatoria mediante il meccanismo proteolitico sulla fibrina, facilitando il drenaggio del focolaio infiammatorio e il riassorbimento del travaso sanguigno.

La chimopapaina sarebbe in grado di idrolizzare i proteoglicani che si accumulano nei dischi intervertebrali degenerati. I  ricercatori stanno studiando anche la possibilità di utilizzare la papaina per prevenire i danni delle sostanze che manifestano azione ulcerativa nei confronti dello stomaco. Questa capacità potrebbe renderla un valido aiuto per quei soggetti, affetti da artrite e reumatismi, obbligati ad assumere alte dosi di antinfiammatori steroidei e non streroidei.

Da tutto ciò si evince che la natura e tutto quello che essa produce va tenuto in alta considerazione. Un semplice frutto, considerato solamente un buon alimento da servire sulle nostre tavole, può essere un ottimo rimedio per la prevenzione e la cura di svariate malattie.

La natura ci viene sempre in aiuto e gli antichi rimedi naturali sono sempre più di frequente alla base di nuove ricerche per integratori e farmaci altamente funzionali.

Stefania Gugi – Nutrizionista Naturopata Psicosomatica

 

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